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Conta solo il cammino, perché solo lui è duraturo e non lo scopo, che risulta essere soltanto l’illusione del viaggio.
Antoine de Saint-Exupery
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 10,7-13)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi»
Mi lascio ispirare
Noi, uomini e donne liberi, siamo fortunati perché possiamo scegliere come vivere: o stare al mondo organizzando, dominando, così da avere tutto sotto controllo e da evitare gli ostacoli, o stare al mondo confessando la nostra umana debolezza, con la fatica del non sapere esattamente come mandare avanti le cose.
La prima opzione è razionalmente vantaggiosa, ma ci porta a vivere con l’ansia del voler e dover prevedere il corso degli eventi e pretendere da se stessi la perfezione. La seconda è più faticosa, ma decisamente più gustosa. È faticosa perché ci chiama a riconoscere di avere la nostra fetta di responsabilità nella società, ci chiama a dare ogni giorno il nostro contributo, ma… non siamo onnipotenti. Ci chiama a partire, ma… per un sentiero che non conosciamo. Ci chiama a portare la pace agli altri ma… gli altri sono diversi e ci fanno paura, preferiamo che la pace sia solo tra noi e quelli che sono in sintonia con noi.
Eppure, sento che è questa la vita più liberante, una vita in cui non devo fare altro che camminare, lasciando che sia qualcun altro ad indicarmi la strada; una vita in cui non devo preoccuparmi di ciò che mi manca, di non essere in grado o all’altezza, perché c’è qualcun altro che mi darà i mezzi; una vita in cui non devo programmare, perché c’è qualcun altro che detta i tempi giusti.
È il vivere assaporando passo dopo passo il gusto del consegnarsi al Dio-Amore, che non ci lascia soli mai e come un agricoltore paziente cura i suoi alberelli ogni giorno affinché abbiano luce e acqua in abbondanza per produrre frutti dolcissimi.
Allora chiudo gli occhi e mi butto senza preoccupazioni tra le braccia del Padre, che vuole i suoi figli nell’abbondanza, generatori di vita sempre rigenerati dal suo amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dove mi sento chiamato a portare vita?
Cosa mi fa paura?
Affido al Signore le mie titubanze e inquietudini, ciò che mi spaventa del futuro. Sono pronto a ripartire per camminare non da solo ma insieme a Lui?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Giugno
2019
Rigenerati dal suo amore
commento di Mt 10,7-13, a cura di Ilaria De Lillo