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Ci sono uomini la cui sola missione, tra gli altri, è di agire da intermediari: li attraversiamo come ponti e andiamo oltre.
Gustave Flaubert.
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,15-19)
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Mi lascio ispirare
Ricordiamo quando e come Pietro aveva scelto di lasciare le reti per la pesca e di seguire Gesù, intraprendendo un cammino ignoto e avventuroso? Hanno stretto amicizia durante gli anni di vita comunitaria, vita spirituale, intensa, libera, bella e pericolosa.
Pietro ha imparato cos’è l’amore ascoltando dal vivo gli insegnamenti di Gesù, vedendolo coi suoi occhi operare con i discepoli e con la folla, con i malati e gli scartati, ma forse l’ha sperimentato anche nell’intimità del suo cuore. Magari non avrà neanche ben capito cosa significasse “essere Figlio di Dio”.
La resurrezione di Cristo è poi avvenuta, ma non ha portato necessariamente la pace nei cuori. Cosa sentivano i discepoli? Speranza, paura del futuro? Vergogna o gioia? Alcuni sono tornati sul lago guidati da Pietro e stamattina eccoli, dopo la seconda pesca miracolosa di questa storia, con la pancia piena e il cuore riempito dalla presenza del Signore.
Con quale voce Gesù pone queste tre domande, simili ma non identiche? Dolce, incuriosita, seria, ridente? Pietro sembra rattristarsi per la domanda ripetuta, ma non è per lui che Gesù insiste: Gesù conosce quello che Pietro ha nel cuore, ma ha bisogno di sentirselo ripetere.
Occorre anche che sappiano entrambi su quale base reale, nel cuore di Pietro, possono appoggiarsi per proseguire il cammino insieme. Gesù parte sempre da quello che siamo, fragilità e imperfezioni incluse. Inizia a lavorare con noi partendo dal quel poco che possediamo per operare miracoli, per metterci in cammino per missioni che oltrepassano i nostri limiti.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale momento ti sei sentito chiamato a seguire Cristo?
A cosa ti senti chiamato, oggi?
Quando è stata l’ultima volta che hai sperimentato l'amore di Cristo nel tuo cuore, che hai sentito il suo sguardo benevolo, misericordioso e tenero su di te?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Giugno
2019
Proseguire il cammino con Te
commento di Gv 21,15-19, a cura di Virginie Kubler