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Che niente ti turbi,
niente ti spaventi,
solo Dio basta.
Santa Teresa D’Avila
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14,23-29)
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Mi lascio ispirare
In pieno tempo pasquale è quasi facile ascoltare le parole di addio che Gesù rivolge ai suoi discepoli senza sentirci abbandonati.
Proviamo, piuttosto, a metterci nei panni dei discepoli: senza capire, senza una rilettura chiara della vita del loro Signore, essi si trovano a doversi affidare alla sua Parola e a lasciarlo andare. Gesù è consapevole dello stato d’animo dei suoi discepoli: sentono paura, abbandono, incomprensione – stati d’animo che conosciamo tutti sin troppo bene. Ma sceglie proprio questo momento per rivelare una nuova promessa: la promessa dello Spirito Santo.
Non dobbiamo più preoccuparci del sapere come amare, del sapere quando amare: lo Spirito Santo ce lo insegna e ce lo insegnerà. Con chiarezza ed esaustività, Gesù ci lascia “chiavi in mano’’: ci mette davanti alla nostra libertà di amarlo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi impedisce di sentirmi libero nella mia relazione col Signore?
Quale paura scelgo di affidare allo Spirito Santo?
Da quale preoccupazione mi libera amare nel nome del Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Maggio
2019
Chiavi in mano
commento di Gv 14,23-29, a cura di Pietre Vive (Roma)