Ph. לחם -
Il peso che portiamo è amore.
[…] ma noi il peso lo portiamo
stancamente,
e dobbiamo trovare riposo
tra le braccia dell’amore.
Allen Ginsberg
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,18-21)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Mi lascio ispirare
Nel nome di mio Padre scelgo di avanzare a testa alta, porgendo a chiunque io incontri entrambe le guance. Mi chiedo se vi si poseranno lievi carezze o schiaffi pesanti, ma non smetto di procedere. Sono figlia di un Dio che mai si è risparmiato, che mai ha evitato contatti, che mai ha scelto di non essere coinvolto. Non posso temere nulla: in lui tutto è superato, in lui non c’è dolore che sia orfano di un fine.
Non c’è impedimento possibile al trionfo della vita, nell’amore. L’amore mi dà peso, mi mette al mondo e mi dà la forza di abitarlo senza lasciare che mi trattenga, che mi soffochi, che leghi il mio passo. Mi dà vita. Ma l’odio non mi risparmia: tenta di legarmi i piedi, di legarmi le mani, di negare la vita. Ma nulla può fermare la vita: sono figlia di un Dio che ha vinto la morte.
Chiedo che il mio cuore, nel nome del Signore, accolga e superi ciò che la mia mente fatica a comprendere.
Da lui scelta, da lui inviata cammino con fiducia, non temo nulla: non la profondità vertiginosa dell’amore, non la violenza bruciante dell’odio. Entrambi – amore e odio – mi mettono in soggezione, ma sospinta dalle mani amorevoli del Dio che mi ha messa al mondo imparo a non aver timore di attraversarli.
Se lui è passato, io, nel suo nome, passo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione mi sono sentito odiato?
Quando ho tentato di evitare di essere coinvolto in qualcosa, per paura?
Cosa mi fa sentire accompagnato dal Signore, nei momenti di difficoltà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Maggio
2019
Amore che mette al mondo
commento di Gv 15,18-21, a cura di Verena M.