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Svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.
Salmo 108
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,1-14)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Mi lascio ispirare
Dopo la crocifissione di Gesù, Pietro torna alla pesca, al suo lavoro, alla vita passata e precedente all’incontro con il Signore. Nelle sue parole ci sembra di respirare uno stato d’animo deluso, forse triste e desolato: “io vado a pescare”. Seguito dagli altri discepoli presenti esce così al largo, nel buio della notte. L’attesa della pesca, le reti vuote e senza pesci ci riflettono l’immagine dei cuori dei discepoli nei giorni successivi alla morte del Cristo, soli e sconfortati. Ed ecco che, sorta l’alba, in quello stesso posto dove Egli li aveva chiamati a seguirlo, Gesù li attende sulla riva, ma essi, avvolti in loro stessi, nel loro torpore, ciechi, non lo riconoscono. Così il Cristo si rivela ai loro cuori dicendo: “gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. A pochi metri dalla riva inaspettatamente tutto riprende vita, le reti si fanno ricolme di pesci e rimangono salde alla barca.
La luce irradiante di questi fatti desta immediatamente il discepolo amato illuminando il suo sguardo: “è il Signore!”. La luce è rivelazione, è promessa, è novità e l’alba è l’inizio di un nuovo giorno. Pietro comprende la vocazione per la quale è stato chiamato, pescatore sì, ma di uomini. Insieme a lui, anche noi siamo così chiamati a trasformare i nostri molteplici sguardi e a convertire il nostro cuore, lasciandoci attraversare dalla luce rivelataci dal Cristo risorto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione ho sentito il mio cuore vuoto come queste reti?
Quale alba mi ha riportato speranza? Cosa sto aspettando?
Cosa sono chiamato a pescare, nel mio quotidiano?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Aprile
2019
Luce di promessa, luce di novità
commento di Gv 21,1-14, a cura di Pietre Vive (Roma)