- Ph. Giuseppe Amalfa SJ
Knock-knock-knockin’ on heaven’s door
Bob Dylan
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,1-9)
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
Mi lascio ispirare
Nel vuoto del sepolcro, ecco la chiave della vita.
Simon Pietro nell’equilibrio del suo dolore osserva: bende piene d’olio profumato lì adagiate, segno della fine di una storia, limite invalicabile tra volto che respira e ceruleo resto così freddo e inanimato; il sudario è piegato e messo da parte, una volta per tutte.
Troppa cura del particolare per un tombarolo…
L’altro discepolo, se pur giunto per primo aspetta l’amico e solo dopo di lui entra ad osservare per comprendere; egli ama, sa di essere amato, per questo vede e crede.
La vista dei segni e la conseguente fede son dovuti all’amore, al ricordo della buona notizia, all’esperienza di conoscenza di quell’uomo che per amore ha saputo morire e che per questo è presente anche nella materiale assenza.
C’è il profumo della sua presenza nei segni che rimangono, nel vuoto che ha lasciato.
La disperazione e la sorpresa per questo vuoto spingono al confronto ed è Maria tra tenebra e luce che per prima vede l’enorme pietra spostata.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando, come enorme pietra spostata, accadimenti difficili e pensanti hanno svelato qualche vuoto nel mio cuore?
Quale parte della mia vita è risorta e non è più lì dove l’ho lasciata? Dove ne sento il profumo?
Come immagino di vivere le tre diverse esperienze dei personaggi del brano, lì, dinanzi al sepolcro vuoto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Aprile
2019
Ecco la chiave!
commento di Gv 20,1-9, a cura di Mounira Abdelhamid Serra