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Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo.
Johann Wolfgang von Goethe
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 8,31-42)
Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!». Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.
Mi lascio ispirare
Siamo in una situazione di aperta e insanabile ostilità tra i Giudei e Gesù e nel dialogo risaltano due binomi contrapposti: verità-libertà e peccato-schiavitù . La verità che dà la libertà è la conoscenza del Padre e l’accettazione di essere figlio/a. La verità di Dio come Padre rende liberi e condiziona tutte le altre situazioni della vita; la percezione invece di un Dio come padrone da servire o a cui ribellarsi, rende schiavi. Nel dialogo con i Giudei Gesù va al nocciolo della situazione: chi è l’uomo? Qual è la sua realtà profonda? È venuto a rivelarcelo Gesù, il Figlio appunto.
C’è chi ritiene che la libertà sia quella del potente che può fare ciò che gli pare e piace o c’è chi pensa che la libertà sia quella dell’uomo riflessivo che sa ciò che fa, mentre gli altri sono schiavi della loro ignoranza.
L’unica libertà effettiva, reale è quella dell’uomo che si riconosce, a immagine e somiglianza di Dio, amore – per cui l’unico vincolo che ha è quello di corrispondere all’amore del suo Signore e Padre, il resto non conta. La libertà consiste allora nell’amare così come siamo amati da Dio e la fedeltà a questa relazione ci libera dal nostro io, dal nostro personale tornaconto, da qualsiasi condizionamento.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dove, in chi, in che cosa ho riposto le speranze di liberazione per la mia vita?
Quali sono gli strumenti di consapevolezza che metto in atto per comprendere dove sta andando la mia libertà?
La consapevolezza di Dio-amore è un cammino: quali sono i passi che posso mettere in atto concretamente nelle mie giornate per vivere, ricordare questa esperienza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Aprile
2019
La grammatica della libertà
commento di Gv 8,31-42, a cura di Enrica Bonino s.a.