Photo by Brina Blum on Unsplash -
Non lanciare la pietra all’adultera, dietro ci sono io.
Georges Brassens
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 8,1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Mi lascio ispirare
Oggi ci vengono offerti due approcci alla parola e all’umanità.
Uno dei due è incarnato dagli scribi e dai farisei, i sapienti e i saggi dell’epoca: conoscono la legge e mettono in pratica la “giustizia”; le loro parole sono dure e perverse. Il loro scopo è duplice: accusare e condannare sia Gesù che la donna adultera. Nella spiritualità ignaziana, un altro nome per chiamare il Male è l’Accusatore. Rappresenta proprio quella parte di noi, distaccata da Dio, che accusa con uno sguardo parziale sulla realtà, condanna, chiede che giustizia sia fatta – e in fretta. Quante volte si mette in moto con uno scopo di morte?
Il secondo approccio, quello di Gesù e quindi quello di Dio, è la conoscenza del valore del silenzio e della parola giusta e vera. Gesù non discute né argomenta con il Male, quando parla è per seminare la verità e la misericordia. Comincia per insegnare alla folla: annuncia il Regno di Dio che è Amore. Poi lo mette in pratica. Questa donna peccatrice riceve misericordia, non perché il suo peccato sia inesistente, ma perché, protetta dalla condanna di altri peccatori, è amata dal Signore che la preferisce viva, veramente vivente, alleggerita dal peso del giudizio.
Lo scopo è di rialzare l’umanità dal fango delle accuse, di rimettere gli uomini in piedi perché possano andare avanti, possano annunciare con autenticità l’amore vero ai loro fratelli, proprio perché l’hanno sperimentato.
Dio ci fa vivere esperienze di misericordia non perché siamo più bravi degli altri, anzi!, ma perché possiamo anche noi praticarla, perché venga il suo regno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale parola di misericordia posso rivolgere ad un fratello che ho condannato?
In che occasione mi sono sentito investito dalla misericordia del Signore?
Chi attorno a me, oggi, avrebbe bisogno di uno sguardo misericordioso?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Aprile
2019
Hai sollevato i nostri volti dalla polvere
commento di Gv 8,1-11, a cura di Virginie Kubler