M. Chagall, Il figliol prodigo (1975/1976) -
Per la prima volta nella mia vita non sono più solo, non ho età né peccato. Non ho altro dovere che conoscere Dio nella mia pittura o comunque come Egli ama me, morire in Lui e vivere per sempre. Dio vivente in me.
William Congdom
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 18,21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Mi lascio ispirare
Gesù va oltre la legge (non sette, settanta volte sette!) e ci chiede di perdonare non secondo l’uomo ma secondo Dio. Pietro non riesce a capire, come il servo della parabola non comprende la portata del dono che ha appena ricevuto: il suo sguardo rimane ripiegato su di sé.
Dio invece non si stanca mai di guardare a noi, di perdonarci e lo fa con modalità ben precise: dimenticando e con misericordia. La misericordia è la carezza di Dio sulle nostre ferite, sulle nostre cicatrici che ci fanno rimanere ricurvi su noi stessi, ci impediscono guardar fuori. Mentre il Signore ci chiede solo di lasciargliele guardare e solo così, proprio in quel luogo si aprirà un varco attraverso il quale passa il Suo amore.
Il perdono del Signore è perdono vero, perdono che dimentica i nostri peccati. I peccati non dicono l’ultima parola su di noi, non raccontano la nostra bravura o le nostre virtù, non definiscono la nostra identità – opera di un Dio che ha scelto l’uomo come luogo in cui perdono e misericordia si manifestano.
Solo lasciandoci perdonare, lasciandogli con misericordia toccare le nostre ferite, aprendoci a questo passaggio, abbattendo le nostre resistenze riusciremo ad alzare il nostro sguardo da noi stessi e aprirlo verso l’altro; includendo l’altro nel Suo abbraccio misericordioso, nel Suo sguardo di Padre che non esclude mai, che guarisce, che dono la vita, una vita nuova che riapre all’altro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali circostanze, come fa il servo, ci sentiamo di chiedere al Signore: “ Signore abbi pazienza con me” ?
Quali sono i luoghi del mio cuore che ancora fanno resistenza allo sguardo di Dio?
In quali occasione mi sono sentito attraversato dalla misericordia di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Marzo
2019
Non secondo me, ma secondo Te
commento di Mt 18,21-35, a cura di Pietre Vive (Roma)