Andrea della Robbia, cappella dell’Annunciazione, santuario della Verna -
Dammi l’acqua
dammi la mano
dammi la tua parola
che siamo,
nello stesso mondo.
C. L. Candiani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Mi lascio ispirare
Oggi è il tempo in cui l’angelo mandato da Dio proprio qui, nella quotidianità piccola della mia esistenza, viene a raccontarmi dei progetti di vita che il Signore ha per me, viene a ricordarmi chi sono. Oggi, nel silenzio raccolto del mio cuore, risuona calda e ferma una voce che mi porge un saluto, che mi chiama per nome. Mi chiama “piena di grazia”, perché così mi ha ricamata il Signore che è con me.
Sono piena di grazia, sua creatura d’amore. Quest’angelo ritto sulla soglia della mia casa me lo ricorda. Non devo temere, perché non posso temere: tutto è previsto, tutto è stato tracciato dalle mani accorte di un Dio che mi sospinge lungo le strade della mia esistenza e mi fa strumento fertile, colmo di vita. Piena di grazia da traboccarne, piena di grazia da soffocare ogni paura, ogni dubbio, ogni incomprensione. Piena di grazia mi riscopro portatrice di vita, attraverso una scelta d’amore.
E non c’è logica, in questo amore: non la mia razionalità, non i miei calcoli. La meraviglia avverrà anche se non posso comprendere come, anche se ai miei occhi sembra impossibile. Perché il suo Spirito in me mi rende strumento di grazia e mi chiama, oggi, a dar vita alla vita.
Sono nelle sue mani, oggi tutto è possibile.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale possibilità di vita mi si schiude davanti, oggi?
Quando mi sono sentito pieno di grazia?
Quale paura rischia di impedirmi di vivere in pienezza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Marzo
2019
Secondo la Tua parola
commento di Lc 1,26-38, a cura di Verena M.