-
Il nostro nemico è il nostro più grande maestro
Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,43-48)
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Mi lascio ispirare
“Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” è una citazione famosa, usata e abusata. Oggi, nella nostra preghiera siamo chiamati a renderla viva e operante dentro di noi, fonte di ispirazione e di scelta. Gesù ci provoca attraverso due paragoni: con i pubblicani e i pagani. Attenzione: il suo modo di paragonare non intende giudicare o abbassare pubblicani e pagani; Gesù si rivolge a noi per interpellarci. Ci parla di quella che oggi noi chiamiamo la “differenza cristiana”, quel magis, quell’oltre che l’amico/a di Gesù desidera vivere perché si è sentito/a amato/a e vuole a sua volta vivere come Gesù.
La “differenza cristiana” non giudica chi non la vive ma nello stesso tempo è una gioia per chi la comprende e la sente nel cuore: è la perla preziosa, il tesoro nel campo, il regno di Dio, il piccolo seme che cresce. Il termine di paragone ultimo è il Padre al quale ogni giorno alziamo gli occhi per incontrarne lo sguardo di forza, di vita e di amore: il Padre è completo (questo il senso di “perfetto”) perché ama e basta e ama tutti; noi non siamo completi ma ci lasciamo riempire, completare giorno per giorno, lasciandoci liberare il cuore dall’amore vissuto veramente.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mette in luce di te, del tuo mondo interiore, della tua fede la Parola, oggi?
Cosa hai fatto quando hai sentito che il Padre ti chiedeva azioni difficili?
Con chi, con cosa paragono il mio stile di vita e le mie scelte? Rivolgo lo sguardo verso l’alto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Marzo
2019
Alza gli occhi!
commento di Mt 5,43-48, a cura di Andrea Piccolo SJ