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Chiunque ami crede nell’impossibile.
Elizabeth Barrett Browning
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 9,14-29)
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
Mi lascio ispirare
Sciogli la mia lingua e fammi libero, Signore. Libero di raccontare la storia del tuo amore per me, libero di muovermi per le strade disegnate da te per la mia vita; libero di fuggire il fuoco o di allontanarmi da ciò che rischia di togliermi la vita, di staccarmi da te.
Rendi il mio cuore libero, perché io possa tener sempre fermo e presente il mio centro. Sta’ al centro e ricorda al mio cuore che ogni mio passo è sotto il tuo sguardo. Non lasciare che io mi perda in vie di non vita. Riconducimi a te.
Quando la non vita sembra aver divorato i miei giorni, quando la morte sembra aver coperto tutto, prendimi per mano, tirami su, ricordami che so stare in piedi, che sono in grado di tenere la testa alta per sostenere il tuo sguardo pieno d’amore e lasciare che quest’amore mi rivesta, scaldando il mio cuore perché io possa scaldare chi incontro, nel tuo nome.
E quando invece mi convinco che ormai nulla possa bastare a salvarmi, riportami a te, perché io ricordi sempre che a te, in te, tutto è possibile.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione mi sono sentito sollevato, liberato grazie alla preghiera?
Cosa impedisce alla mia lingua di lodarti?
Quando mi è sembrato di essere irrecuperabile e invece tu mi hai salvato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Febbraio
2019
Tutto è possibile
commento di Mc 9,14-29, a cura di Verena M.