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Prima di valutare se una risposta è esatta si deve valutare se la domanda è corretta.
Immanuel Kant
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 8,1-10)
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
Mi lascio ispirare
Quante volte ti è successo di rinunciare perché quello che saresti riuscito a fare ti sembrava poco? Di fronte ai mali che appaiono catastrofici lo scoraggiamento è “l’ultima tentazione” di ognuno di noi. «Non posso! È impossibile! È assurdo!». In effetti 4000 persone, fuori casa da tre giorni, in un deserto, da sfamare… Eppure, il “problema” di Gesù, se così lo vogliamo chiamare, non è questo. Gesù sposta la domanda.
E ora il “problema” diventa il nostro. Siamo disposti a lasciare che Gesù ci sposti, ci giri la domanda? Siamo disposti ad accettare di sentirci dire: “Tu quanti pani hai?”, cioè “Tu cosa puoi fare, concretamente?” A questa domanda possiamo rispondere, questa domanda è alla nostra portata, non è ariosa, generica, sfuggente: è puntuale. Possiamo rispondere: “Ho un mozzicone di pane”; ce l’abbiamo veramente e possiamo metterlo in mezzo, se vogliamo.
A Gesù interessa questo.
Domande come “Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?” non servono a niente e a nessuno, neppure agli economisti e ai grandi del mondo, se non a raccontarsela, se non a perdere la partita, in partenza.
Chi sta con Gesù entra in campo, gioca, come può e come sa.
Il resto lo fa la squadra, il magis lo mette l’allenatore!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quanti pani hai?
Cosa vuol dire per te che stare con Gesù vuol dire far parte di una squadra?
In che occasione hai sentito che Gesù “fa sul serio”?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Febbraio
2019
Squadra che vince
commento di Mc 8,1-10, a cura di Andrea Piccolo SJ