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Nel viaggio, abbiamo bisogno di un compagno e nella vita, di compassione.
Haruki Murakami
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6, 7-13)
In quel tempo Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.
Mi lascio ispirare
Chiama, manda, dà potere. Tre verbi riassumono l’azione di Gesù sui dodici e su di noi. “Cristiano” è sinonimo di “discepolo amato”. Siamo dunque, anche noi, chiamati per nome, mandati con la potenza dello spirito per annunciare la pace e la vita che risorge sempre. Un sorriso, un piccolo gesto o semplicemente la nostra presenza possono scacciare il demonio dei pensieri neri, alleggerire un cuore addolorato o mettere luce su un cammino che ha perso indicazioni di direzione.
Per essere capaci di prodigi, Gesù ci chiede l’umiltà di accettare di ricevere, di aspettare da un altro il nostro necessario. Impariamo quindi ad accogliere i nostri compagni di strada, a lasciare il superfluo che ingombra e pesa sulle spalle e a correre il rischio di affidarsi alla provvidenza. Una bella sfida per chi spesso e volentieri cerca di controllare se stesso e ciò che lo circonda; per chi ha paura di perdere, di sbagliare; per chi non osa chiedere; per chi preferisce contare solo sulle proprie forze e riserve. Il problema è che, se aggrappiamo, non possiamo né ricevere né donare. Ma grazie a questo esercizio diventeremo dei bisognosi aperti, disponibili all’incontro profondo e liberi per lasciare Dio agire dentro e intorno a noi. La fiducia si trasformerà in potenza e ne vedremo i frutti già da oggi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa di pesante e superfluo ho messo nel mio zaino?
In quale ambito sento la paura di rischiare, di affidarmi alla provvidenza?
In che occasione ho ricevuto gratuitamente in abbondanza quando pensavo di non avere niente da dare in cambio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Febbraio
2019
Accanto al mio andare, il suono di passi
commento di Mc 6, 7-13, a cura di Virginie Kubler