ph. Andrea Lalli -
Anche tu sei l’amore. Sei di sangue e di terra come gli altri.
Cesare Pavese
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 4,1-20)
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Mi lascio ispirare
Oggi la Parola ci invita ad avere uno sguardo che sia il più ampio possibile, che guardi al modo di operare del Signore nel nostro mondo (seminare) e ai vari tipi di terreni che incontra; quali sono oggi, nella realtà che ci circonda, i luoghi in cui questo seme pare attecchire e quali invece quelli che reagiscono resistendo, con giustificazioni più o meno comprensibili?
In secondo luogo, restringendo un po’ l’ampiezza dello sguardo, siamo chiamati ad una presa di posizione: e noi, come parte di questo mondo, che accoglie e resiste, che tipo di terreno siamo?
Infine ci sentiamo provocati dal di dentro, chiamati a scardinare i nostri alibi, affermando che noi non siamo solamente uno di questi terreni, bensì li conteniamo tutti quanti! Infatti, è prima di tutto dentro di noi che si gioca la partita di questa semina instancabile e fiduciosa da parte del seminatore.
Eccoci chiamati allora a meravigliarci, ad ammirare quel terreno buono e accogliente che oggi si sta rivelando fecondo, capace di portare frutto, perché lì il Signore sta operando. E a questo punto si tratta di mettersi alla ricerca della forza dell’agire stesso del seminatore! Qui nessun alibi… E forse anche qualche sorpresa!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che luogo della tua vita hai riscoperto una terra fertile che non ti aspettavi?
In che occasione ti sei sentito chiamato ad accogliere un seme di vita nuova?
Quale tuo alibi affidi al Signore, perché te ne liberi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Gennaio
2019
E tu che terra sei?
commento di Mc 4,1-20, a cura di Iuri Sandrin SJ