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La consapevolezza e l’amore, forse, sono la stessa cosa, perché non conoscerete niente senza l’amore, mentre con l’amore conoscerete molto.
Fëdor Dostoevskij
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Luca 1,1-4.4,14-21)
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Mi lascio ispirare
Riscontriamo la solidità di ciò che ci è stato insegnato in ciò che rende saldo il cuore di Gesù: la consapevolezza di avere sopra di sé lo Spirito.
Unto sì ma lieto, liberato dalla prigionia, capace di guardare, libero dalle oppressioni: così appare l’Uomo della scrittura. Oggi, proprio ora, si compie quest’Uomo nel mondo.
Lo stesso che fu poi crocifisso e che lo è ancora nelle ingiustizie, nelle malvagità, nelle tensioni, nelle incomprensioni. Lo stesso che alla fine è risorto ed ancora bussa al nostro cuore, che arriva con la buona notizia e ci libera dalle nostre povertà, che ci insegna a guardare e ci permette di fare lo stesso con noi stessi e con gli altri.
Allora sì, oggi si è compiuta questa scrittura – e noi possiamo sentirlo in prima persona.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale volto di Dio ha parlato alla mia vita?
Quale tra le grazie di Isaia chiedo al Signore?
Da quale povertà chiedo di essere liberato oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Gennaio
2019
Uomo nel mondo
commento di Luca 1,1-4.4,14-21, a cura di Rete Loyola (Bologna)