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Vivere, esattamente, significa trasformarsi in se stessi.
R. M. Rilke
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Mi lascio ispirare
Siamo tutti in quel numero, settantadue. C’è un’intenzione di Dio, una chiamata esclusiva per me. Il Signore mi affida un progetto, una missione espressione del suo interesse-amore per me.
È un amore onesto, non ipocrita; illumina non occulta; non edulcora le avversità, non nasconde le difficoltà della strada, i lupi ostacolo del cammino. La buona notizia è che in ogni momento lui è con me, non mi abbandona nelle inevitabili fatiche di ogni
giorno. E non ho bisogno di altro. È dietro di me e davanti a me, meta ultima del pellegrinaggio. Ed è al mio fianco: in ogni persona incontrata posso trovare la sua presenza. Anche nei familiari, colleghi, confratelli, compagni di studio per me più ostici.
Accogliamo l’invito a portare la pace, la guarigione dell’anima. Portando la pace ai nostri vicini, la troviamo nei nostri cuori; facendoci testimoni dell’amore del Signore, ci avviciniamo a lui, a quel Dio-Amore che rende la nostra vita degna di essere vissuta. E così ci trasformiamo non tanto in persone migliori, ma in noi stessi, nel modo più autentico e bello.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come rispondo all’invito di Gesù ad essere portatore di pace?
In che luogo oggi posso rispondere alla sua chiamata?
C’è qualcosa che mi ha ostacolato in passato e oggi mi trattiene dal seguire il suo progetto per me? Cosa?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Gennaio
2019
Una chiamata per te!
commento di Lc 10,1-9, a cura di Pietre Vive (Roma)