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Nel nome del Signore. Così sia. Tra gli altri benefici che in dono dal nostro Padre di misericordia abbiamo ricevuto e ogni giorno riceviamo, per i quali dobbiamo rendere grazie di più alla sua gloria, vi è la nostra grande vocazione, per la quale tanto più gli dobbiamo gratitudine, quanto è più perfetta e più grande.
Vita di Chiara d’Assisi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 16,15-18)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Mi lascio ispirare
Nell’amore riscopriamo la potenza di Gesù stesso, per amore ci ritroviamo a compiere i suoi stessi gesti. Diventiamo miracolosi strumenti di grazia e attraverso le nostre mani è Dio stesso ad agire, offrendo vicinanza e guarigione, libertà e salvezza. Inviati, invitati a portare il Vangelo del nostro cuore, perché le nostre parole – diventate sua Parola – possano accompagnare e convertire i fratelli che incontriamo, sospingendoli sulla via del Signore. È l’amore che indica la via, l’amore che salva; la condanna è la non vita – la mancanza d’amore.
Come inviati di Dio, fratelli di Cristo in tutto e per tutto, ci riscopriamo abili proprio lì dove sempre ci eravamo sentiti insufficienti; per l’amore e con l’amore diventiamo capaci di valicare i limiti, di abitare una realtà nuova che solo nuove lingue possono raccontare.
Ecco ancora la nostra chiamata: chiamati a raccontare di una vita nuova impiegando lingue nuove; chiamati ad affrontare ogni paura, perché tenendo l’amore al centro nulla può davvero recar danno, non c’è veleno che contamini il cuore di chi tiene al centro Cristo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale lingua di lode ho imparato a parlare, in Cristo?
Quale paura ho saputo superare per amore?
Quale veleno affido al Signore oggi, perché possa rendermene immune?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Gennaio
2019
Con amore, per amore e in amore
commento di Mc 16,15-18, a cura di Verena M.