-
Non pensare alle cose di ieri,
cose nuove fioriscono già.
Il canto dell’amore, fra Federico Russo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,18-22)
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi».
Mi lascio ispirare
Oggi Gesù si presenta come lo sposo: con lui la tua vita può diventare una gioiosa festa nuziale. Ci sono però alcuni atteggiamenti che ci impediscono di riconoscerlo nella nostra vita quotidiana: se, come i discepoli di Giovanni, aspettiamo che il Messia arrivi solo nel futuro o se, come i farisei, abbiamo lo sguardo rivolto al passato, alla legge, alla tradizione. Gesù invece è con oggi e solo vivendo pienamente il tempo presente possiamo fare spazio alle sue novità.
Ecco quindi che, nello spiegare perché i suoi discepoli non digiunino, Gesù ci invita a mettere ordine nella nostra vita e a non confondere i mezzi con il fine. L’essere discepolo di Cristo non è infatti esercizio della nostra volontà né tanto meno qualcosa da meritare: è innanzitutto dire sì a colui che da sempre ci dice sì, è lasciarci amare da chi ci ha amato per primo.
Potremmo così tornare anche a digiunare ma come mezzo per diventare più attenti a Dio e al prossimo. Tutto ciò che facciamo, mangiare o digiunare, ha senso solo in relazione con lui, che solo sazia la nostra fame.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono aperto alle novità di Dio nella mia vita?
In che occasione chiedo al Signore di poterlo incontrare, proprio nel mio presente?
In che modo ho vissuto il digiuno?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Gennaio
2019
Amici, inebriamoci di amore!
commento di Mc 2,18-22, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani