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Non voglio una parola che accende emozioni né che spiega, voglio che mi risvegli, che mi metta sulla Via, che mi derubi di quello che so già, che mi spogli, che mi dia una faccia viva, un corpo pronto a scattare come un felino, morbido e sveglio, un balzo nel mondo. A salvarsi. A salvare.
Chandra Livia Candiani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Mi lascio ispirare
Dalla relazione intima col Signore, dall’incontro concreto e quotidiano con questo Dio vicino, nascono la necessità e l’autenticità della mia testimonianza. Come Giovanni, anche io sono testimone scelto per raccontare a tutti quella storia di salvezza che è la mia storia. Ogni singolo giorno della mia vita racconta di come, venendomi incontro e facendosi uomo, Gesù mi ha salvato, portando via il mio peccato.
Racconto col cuore allargato dalla meraviglia e dalla gratitudine come il Signore ha operato in me, come ho visto scendere lo Spirito sulla mia vita, come l’incontro con Dio mi ha fatto riscoprire figlio amato. Lo Spirito resta su di me e io posso testimoniare la sua azione salvifica.
La mia strada nel mondo sia una via preparata per il Signore che viene. Chi incontra me possa prepararsi a incontrare questo Dio semplice, che è un uomo prima di ogni altra cosa. Chi incontra me possa (attraverso la mia testimonianza) fare esperienza della vicinanza di questo Dio dello scandalo che ha fatto della mia fragilità un vessillo, che indossando la debolezza della mia carne l’ha vinta e mi ha salvato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è stato il mio primo incontro col Signore?
In cosa posso testimoniare al meglio l’azione di Dio?
Quale debolezza affido a Gesù, perché ne faccia vessillo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Gennaio
2019
C’era una volta e c’è ancora
commento di Gv 1,29-34, a cura di Verena M.