Un uomo si era trovato perduto nel deserto ed era in difficoltà gravissime. Per cui disperato si è buttato a pregare il Signore chiedendo aiuto e gli amici dicono: ti ha aiutato il Signore? Dice: no! Prima che arrivasse è arrivato uno che mi ha spiegato come dovevo uscirne.
Anthony de Mello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 2,13-18)
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».
Mi lascio ispirare
Da una parte, il sogno di Giuseppe e il compimento di una profezia: l’“irrazionalità” che porta al senso più profondo. Dall’altra la bruta violenza di Erode e la morte di bambini innocenti: la mancanza di ogni senso.
Giuseppe è l’uomo del silenzio. Ancora una volta consegna i suoi pensieri, “profondi come le notti d’Oriente”, all’eloquenza dei gesti, più che alle parole.
Ma soprattutto, Giuseppe è uomo nella storia. Giuseppe è un uomo pratico: intuisce il rischio che quel bambino innocente, a lui affidato, avrebbe corso e lo porta in salvo, lasciando a Dio il compito di salvare gli altri. Sapeva di non potere altro.
Chiediamo a Giuseppe di insegnarci ad avere la sua sapienza nel prenderci cura di quella porzione di Regno che ci è stata affidata. Lasciando al Signore il compito di portare salvezza laddove apparentemente vi è solo male ingiusto e privo di senso.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ti capita di vivere in luoghi, circostanze, relazioni di cui non riesci a trovare il senso? Cosa provi quando ti ci trovi?
In quali luoghi della tua quotidianità puoi annunciare la salvezza?
Quali innocenti, vittime dell’ingiustizia, vuoi affidare oggi al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Dicembre
2018
Beata innocenza
commento di Mt 2,13-18, a cura di Matteo Palma