Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero, fratelli,
sopra il cielo stellato
deve certo abitare un padre affettuoso.
Friedrich Schiller
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Mi lascio ispirare
Ma chi è questo Dio? È il Verbo, un Dio che mi parla nell’intimità del silenzio e nel caos della mia routine. È al centro del mio frenetico spostarmi da casa all’università, dal lavoro ai giri in centro con gli amici. È il centro delle mie relazioni, dei miei impegni, dei miei moti verso la realizzazione di qualcosa di buono, è la mia cartina tornasole. Tutto ciò che sono e desidero dipende da lui.
Solo grazie al suo amore infinito per me, che guarda con tenerezza tutte le mie debolezze e i miei limiti, riesco ad essere luce per gli altri, luce riflessa del suo amore. Se non avesse mandato sulla terra suo figlio Gesù non avrei mai potuto avere consapevolezza di cosa significa amare, non avrei mai saputo che ancora prima che nascessi c’era un Dio che ama a priori.
Gesù si è fatto umano, si è mischiato con noi, è diventato uno di noi facendosi carico delle fatiche umane, parlando la nostra lingua, conoscendo ogni parte di noi, anche quelle che cerchiamo di nascondere agli altri. Ha assunto la nostra umanità per donarci la sua divinità.
Che questo 25 dicembre non sia solo un punto d’arrivo, ma soprattutto un punto d’inizio: il ricominciare a camminare con la consapevolezza che ogni passo sarà accompagnato dal suo, ogni lacrima e ogni gioia sarà spesa in condivisione e comunione col suo grande amore.
Dio non è solo parole ma è la Parola incarnata, è coerente con la sua promessa d’amore. Che dono incredibile!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione mi sono lasciato sorprendere dalla presenza di Dio nella mia vita?
In cosa, oggi, posso riconoscere la sua straordinaria iniziativa d’amore per me?
Cosa sono pronto a donare a chi mi sta vicino?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Dicembre
2018
Parola di carne, parola dʼamore!
commento di Lc 2,1-14, a cura di Ilaria De Lillo