Che si tratti della fede o dell’amore, è sempre una questione di abbandono fiducioso nelle braccia di qualcuno.
Michela Marzano
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 1,5-25)
Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso. Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso. Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini».
Mi lascio ispirare
Dritto al cuore giunge il lieto annuncio: “la tua preghiera è stata esaudita”, talmente diretto da far paura, da non crederci, da provare a comprendere con la ragione.
Ma la novità, l’esaudimento di un desiderio non si può comprendere con la ragione; proprio come il desiderio stesso, la realizzazione è qualcosa che non può essere compresa nei limiti del calcolo, della programmazione, del controllo.
Accogliere il dono comincia con la fiducia in una promessa e tale fiducia richiede un momento indeterminato di fertile silenzio.
Così come la donna può essere sterile, anche la parola rischia di esserlo, se non accompagnata dall’autenticità dell’affidamento.
Zaccaria divenendo muto non è punito per la sua incredulità, piuttosto partecipa attivamente alla “vergogna” della moglie, per la prima volta può comprendere in profondità la difficoltà di generare, di comunicare agli altri una visione, di rendere un’idea carne.
Allora insieme si può ripartire, prendendo parte al desiderio e alla passione.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è il lieto annuncio per te, oggi?
Quale novità stai aspettando?
In che luogo della tua vita hai bisogno di maggiore affidamento?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Dicembre
2018
Per te! Per me?
commento di Lc 1,5-25, a cura di Mounira Abdelhamid Serra