Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità!
Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Mi lascio ispirare
Attendo segni che mi invitino ad alzare il capo, Signore, e la mia attesa è intessuta di desiderio e insieme di paure e attese. Il mio desiderio ha il capo alto, guarda alle stelle; le mie angosce curvano le mie spalle e mi impediscono di guardar su. Ti chiedo allora di sostenere il mio capo, perché il mio sguardo sia sempre volto a te, perché le paure non mi schiaccino.
Il mio desiderio parla con la voce della speranza, mi racconta della vita che c’è e di quanta ancora potrà arrivarne; le mie paure invece sono lacci ai piedi, mi trattengono il passo, lasciano che il mio piede inciampi nel peccato.
Ma tu hai disseminato di segni questi miei giorni: i miei occhi inquieti ti cercano e trovano ovunque. Questo tempo di attesa sia allora tempo di produttiva e speranzosa ricerca, perché la paura non ostacoli mai la vita che fluisce. Fa’ che questo tempo si nutra di attese e non di aspettative, perché il mio cuore non sprofondi, trascinato dall’ansia.
Veglio pregando e la tua voce mi conduce alla tua presenza.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Con che cuore mi dispongo ad attendere?
Cosa sto aspettando, oggi?
Quando l’ansia ha soffocato le mie speranze?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Dicembre
2018
T’aspetto
commento di Lc 21,25-28.34-36, a cura di Verena M.