Il modo migliore per realizzare un sogno è quello di svegliarsi.
Paul Valéry
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 21,20-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Mi lascio ispirare
La nostra natura umana è limitata e vulnerabile. Nonostante le conquista della scienza e della tecnologia, la nostra esistenza avrà una fine.
Davanti a questa verità, possiamo avere reazioni tanto diverse quanto simili. A volte, cerchiamo di rimandare quel momento il più possibile. E, così, evitiamo di metterci in gioco e preferiamo rinchiuderci in “gabbie d’oro” . Altre volte inseguiamo emozioni forti, nel tentativo di riempire un vuoto di senso. In entrambi i casi, la paura della morte domina la vita!
Il Signore non nega la nostra fragilità, ma, attraverso parole di speranza e di liberazione, ci invita ad inserirla in un percorso di fecondità. Proprio quando ci avviciniamo alla fine, abbiamo la possibilità di scorgere il fine.
Solo se ci riconciliamo con il nostro limite, possiamo portare frutto. Non si tratta di essere cupi e ripiegati su noi stessi ma, al contrario, di avere una meta! Come una madre che, nonostante le doglie del parto, attende con amore di udire i vagiti di una nuova vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le gabbie d'oro in cui ti rifugi?
In quali circostanze hai avuto modo di scontrarti con i tuoi limiti?
Qual è la tua meta oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Novembre
2018
La fine o il fine?
commento di Lc 21,20-28, a cura di Maria Pia S.