“Ma a scacchi è così!” tagliò corto Ron. “Bisogna pur sacrificare qualche cosa! Ora farò un passo avanti e lei mi mangerà... e voi sarete liberi di dare scacco matto al re, Harry!”
Harry Potter e la pietra filosofale, J. K. Rowling
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 18,33-37)
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Mi lascio ispirare
La fede è una relazione le cui dinamiche mi coinvolgono fino in fondo, non c’è modo di restar zitto davanti a un Gesù che a domanda risponde, ma con un’altra domanda, volta a indagare l’autenticità del mio sentire, a smascherare ogni giro di parole per restituirmi all’autenticità più profonda. La dinamica di relazione in cui mi riscopro inserito dà vita alla mia scelta di fede, la rende fertile e concreta, quotidiana e scandalosa come lo scambio di battute tra Gesù e Pilato.
Perché quotidiano scandalo è la mia relazione di fede e di fiducia nel Signore: ogni passo, ogni rischio di inciampo è a lui affidato – e nel rischio mi vedo come sono, un essere finito che sceglie di scommettere sull’infinito: mi affido al suo regno, in lui riscopro il senso di un mondo che non è il mio e che riesco ad accettare solo nel suo nome.
Credo in Dio, riconosco la misteriosa regalità di suo figlio anche se la sua corona è fatta di spine. Il mio è non un dio conosciuto per sentito dire, non il personaggio di una storia che ho ascoltato, ma un Dio sentito come protagonista di una storia che è anche la mia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi è sembrato che il dio in cui credevo fosse solo una storia raccontata da altri?
In che circostanza mi sono sentito in relazione vera e autentica col Signore?
Che domanda mi fa oggi Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Novembre
2018
Scelgo il mio re!
commento di Gv 18,33-37, a cura di Verena M.