Rendi chiara la mia lingua, mio Salvatore,
apri la mia bocca e, dopo averla riempita,
trafiggi il mio cuore, perché il mio agire
sia coerente con le mie parole.
Romano il Melode
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 19,45-48)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
Mi lascio ispirare
Il tempio è la struttura architettonica utilizzata come luogo di culto. Il termine deriva dal latino templum, che significa «recinto consacrato», da una radice indoeuropea che trova il suo corrispettivo nel verbo greco che significa «tagliare».
Il tempio è il luogo per fare memoria della salvezza e per riconciliarsi con Dio. Il che è gratuito e non può essere «comprato». Gesù indica un modo di nuovo di essere in relazione con Dio e con gli altri.
Con questo gesto Gesù ci sta dicendo che spesso la relazione con Dio si può trasformare in una sorta di dare/avere, in una compravendita. Il comprare e il vendere sono estranei alla logica di Dio, alla logica dell’amore. Quindi ci sta sottilmente dicendo che abbiamo bisogno di coerenza interna ed esterna. Che non possiamo avere un atteggiamento di facciata che ci permetta di fare cose fuori ma non dentro.
Quello che è brutto davanti a Dio è brutto anche fuori. È necessario operare un taglio deciso, radicale. Tra sacro e profano vi è una differenza, un taglio netto. E per entrare nel sacro bisogna varcare la soglia dell’interiorità, entrare nella relazione con Dio.
Questa relazione faccia a faccia con Dio cambia anche il nostro essere in relazione con gli altri: non potremo più vivere commerciando l’affetto, l’amore, non potremo più né svendere né sopravvalutare i sentimenti, perché l’altro mi rimanda a Dio.
Inizierà così una vita gratis: dopo aver incontrato la gratuità divina, sapremo donare gratuitamente perché veramente padroni della nostra vita come Dio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale dei tuoi atteggiamenti rischia di essere un atteggiamento di facciata?
In che occasione ti è capitato di sopravvalutare o sottovalutare i tuoi e altrui sentimenti?
Quando hai scoperto la gratuità, nella tua vita e nelle tue relazioni?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Novembre
2018
Puliti dentro, belli fuori
commento di Lc 19,45-48, a cura di Claudio Rajola SJ