Vanno vengono ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai.
Fabrizio De André
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 13,24-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Mi lascio ispirare
Le cose intorno a me si trasformano. A volte lentamente, a volte di corsa. Anche i palazzi o i ponti che fanno la gloria della mia città non sono poi così robusti. Anche quelli che oggi sembrano tanto potenti, dopodomani saranno ricordati solo da Google e da pochi eruditi. Anche le certezze, anche quelle scientifiche, si oscurano e vengono sconvolte. Anche il mio volto, il mio corpo, porta su di sé i segni di una tribolazione. Anche il tuo.
Tutto sembra passare. Cielo e terra passano. Passerà tutto come la corsa di una nuvola nelle profondità del cielo? Forse.
Ma il figlio dell’uomo non ha paura di passare. È venuto per passare. Passare con passione e con una consapevolezza gioiosa: tutti invitati alla festa del Padre. È venuto per visitarci e per radunarci tutti nel suo passaggio. È venuto a condividere una via per “passare bene”, lo stile di uno che non ha paura di passare. Lui passando resta. E il nostro cuore può ardere stupito nel riconoscerlo vicino, alla nostra porta.
Contemplo la potenza discreta del passaggio del Signore nella mia vita. Dov’è che il ceppo della mia storia si è intenerito? Dov’è che qualche foglia nuova promette di spuntare? Contemplo la pazienza del Signore e dei suoi amici. Siamo tutti invitati a lasciarci raccogliere nel suo passaggio, ad aiutarci l’un l’altro a fare della nostra vita l’avventura di un bel passaggio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Il Signore mi si fa vicino. Dove sto fiorendo?
Quand’è che nella mia vita ho sentito che tutto sembra passare?
Qual è la parola del Signore che “è rimasta”? È una parola che posso condividere con qualcuno?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Novembre
2018
Resta qualcosa?
commento di Mc 13,24-32, a cura di Matteo Suffritti SJ