Il vero povero è colui che fa cattivo uso di ciò che ha. Il vero ricco è colui che fa buon uso di ciò che possiede.
Mikha'il Nu'ayma
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 12,38-44)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Mi lascio ispirare
Il rumore di questi due spiccioli che cadono è secco, talmente nitido che chiunque può contarli. Nel silenzio la piccolezza della mia offerta rimbomba e attira verso di me mille sguardi. Vedo la gente girarsi per guardare la mano da cui è caduta una tale miseria, mi vergogno. Mi vergogno della mia povertà fino a quando, tra i tanti, non mi sento addosso uno sguardo diverso.
Gesù mi guarda e ogni mio timore si placa: non sono soltanto una persona che ha offerto molto poco. Sono io, che con quelle due monete ho messo tutto nelle mani di Dio. Attraverso il suo sguardo ritrovo me stessa e mi riscopro degna e ricca, ricca di quanto ho saputo offrire – ma soprattutto dell’amore che il Signore riversa su di me e sui miei due spiccioli.
Le mie mani si allargano, ai piedi del Signore getto tutto quello che ho: i miei limiti, la mia povertà, le mie insufficienze, le mie inadempienze. Lasciando cadere queste due monetine espongo la mia povertà e nel perdere tutto mi riscopro ricca, più ricca di prima.
E se a Dio non importa che il mio tutto consti di soli due spiccioli, perché preoccuparmene? Tramite il suo sguardo d’amore, la vergogna si trasforma in dignità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando per timore di avere da offrire solo due spiccioli ho preferito non offrire nulla?
In che luogo della mia vita mi credevo povero, ma mi sono riscoperto ricco attraverso lo sguardo del Signore?
In che occasione ho saputo davvero donare tutto quello che avevo per vivere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Novembre
2018
Ad ogni costo
commento di Mc 12,38-44, a cura di Verena M.