A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino.
Pablo Picasso
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mi lascio ispirare
La venuta del regno è colta dai piccoli, ovvero da coloro che non hanno potere di parola (come suggerisce il termine greco, “nepios”) rispetto ai dotti e ai sapienti che sanno invece creare congetture e deduzioni logiche ineccepibili. Il regno dei cieli è una realtà che viene accolta più dal sentire che dalla logica del pensiero: è questione di sensazioni e percezioni, a volte anche lievi e delicate, non il frutto di un teorizzare astratto e inconsistente.
Nel momento in cui il cuore si lascia andare ed entra in risonanza con quello che vive, ecco lì si dà il regno dei cieli. Un bimbo vive nel qui e ora perché si sente custodito e protetto. E il suo sguardo rimane radicato nel momento presente. Ha bisogno di poco per essere felice e trasforma ogni cosa in occasione di gioco.
In fondo, il mite è colui che è entrato in una logica nuova: la qualità della sua vita non dipende da quello che gli capita, ma da come reagisce interiormente a quello che la vita gli mette davanti. Il mite è colui che non consegna la sua felicità in mano alle circostanze, ma prende in mano le redini e decide come vuole starci dentro. Come un piccolo, anche Gesù vive la sua vita con leggerezza, senza assolutizzarla, senza disperdere energie inutili, bensì orientandola in ogni istante a ciò che conta: aprire la sua relazione con il Padre anche a noi. A volte, seguire Gesù ci sembra faticoso e impegnativo: è il segno che siamo troppo seriamente pre-occupati a salvarci sa soli…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni ti lasci andare e liberi il bambino che è in te?
Quando hai percepito la custodia amorosa del padre che libera da ansie e paure?
Come stai prendendo la vita in questo momento? Riesci a guardarla da una prospettiva diversa?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Ottobre
2018
Anche tu sei stato un piccolo…
commento di Mt 11,25-30, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ