Il diavolo anziano delle lettere di Berlicche, di C. S. Lewis, […] scrive a suo nipote dandogli consigli su come corrompere l’essere umano che gli è stato affidato. Il consiglio è: fallo sempre pensare al passato e al futuro. Non lasciarlo mai vivere nel presente. Il passato e il futuro sono nel tempo. Il presente è atemporale ed eterno.
Dove gli angeli esitano, Gregory e M. Catherine Bateson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,57-62)
In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va’ e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Mi lascio ispirare
Basta inseguire la vita! Basta mettere a tacere il passato! Basta cercare giustificazioni e congedi rispetto al presente.
Gesù rompe l’aspettativa, slega il fardello, oggi chiarisce il dubbio, con le sue risposte nette che mettono in relazione i suoi interlocutori, noi, con la verità del contesto presente.
La sua parola non ammette d’essere taciuta per essere seguita, ma è dialogo che non può essere sepolto perché è vivo; non può essere abbandonato né abbandonare perché è continuo.
Parola è ogni essere umano. Ognuno di noi è un desiderio irripetibile di Dio, comunicazione di un particolare dono, presente nel luogo e nel momento in cui viviamo.
Qui e ora è il tempo della grazia, il luogo della relazione, siamo noi: dinanzi a questa verità possiamo, entusiasti, cercare di afferrarla; spaventati, cercare di seppellirla; desolati, cercare di dimenticarla oppure, seguendola, coglierla, testimoniarla e quindi onorarla.
Il kairòs, il momento opportuno, il tempo della grazia, il luogo del compimento, il regno di Dio è in noi; siamo già, e non ancora, in relazione: qui e ora. È il Signore che riempie questo spazio e questo tempo con il suo amore e la sua presenza, colma le distanze con la sua costanza, tocca i nostri limiti con delicatezza e pazienza, amandoci si mostra e ci invita all’accoglienza.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chi sono io e chi è l'altro per me? In che modo io incontro?
In quale momento ho percepito la libertà e la gratuità del mio presente?
Quali desideri del cuore sto seguendo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Ottobre
2018
Qui e ora
commento di Lc 9,57-62, a cura di Rete Loyola (Bologna)