Tutti i bambini fanno “ooh”,
dammi la mano, perché mi lasci solo?
Sai che da soli non si può,
senza qualcuno, nessuno può diventare un uomo!
Povia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,46-50)
In quel tempo, sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Mi lascio ispirare
Anche noi, come i discepoli in questo passo, tendiamo molto spesso a fare paragoni, a confrontarci competitivamente, a dare a ognuno un giudizio, un voto, un numero, per poi stilare rassicuranti classifiche; questo “classificare” l’altro ci dà molta serenità. Ma da cosa nasce questa necessità? Rispetto a cosa vogliamo sentirci rassicurati?
Le stesse persone che ora fanno a gara a vedere chi è il più bravo un attimo prima avevano paura perché non capivano cosa Gesù stesse dicendo, avevano paura di essere abbandonati da lui, avevano paura di non essere più figli amati.
In questa prospettiva di sfiducia rispetto alla realtà, anche un fratello che fa il bene, anche un altro discepolo come te, diventa un nemico da superare, un “diverso” da esorcizzare… se non c’è più un padre che ci ama, allora noi non siamo più fratelli, ma nemici.
Ed ecco che allora Gesù, vedendo i pensieri del nostro cuore e amandoci proprio nella nostra povertà, prende la parola e ci rassicura: non abbiate paura, fidatevi di me, anche se ora forse non capite dove il fidarvi di me vi porterà… guardate questo bambino, non si preoccupa, eppure è amato, anche voi come lui siate piccoli, siate umili, e sarete figli amati, capaci di amare il prossimo come voi stessi, capaci di perdonare e dare la vita per amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Per cosa ti voglio ringraziare oggi, Signore?
Quando la dinamica dell'amore e del perdono ha vinto sulle voci che mi portavano a classificare e controllare a mio piacimento la realtà?
Cosa ti offro della mia giornata, Signore? Dove posso lasciare da parte il me che sa già tutto, e tornare bambino?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Ottobre
2018
Non abbiate paura
commento di Lc 9,46-50, a cura di Pietre Vive (Roma)