Questa è la strada contromano di Gesù: Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, è ai piedi di tutti. Non è il Signore della vita, è di più, il servo di ogni vita. Dio come un servo: che non esige, sostiene; non pretende, si prende cura; non rivendica diritti, risponde ai bisogni. Servitore ineguagliabile. Servizio: questo è il nome nuovo, il nome segreto della civiltà, perché questo è lo stile di Dio.
Ermes Ronchi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Mi lascio ispirare
Fin dalla nascita, tra i bisogni fondamentali troviamo il contatto, l’intimità fisica e la manipolazione. Questi al pari del nutrimento sono essenziali per un sano sviluppo. Crescendo aneliamo ancora al riconoscimento e spesso questa ricerca diventa un’ossessione e senza più renderci conto ricerchiamo approvazione, gratificazione. E così inizia la lotta per il primo posto, il posto migliore in ogni settore della vita, lavorativo, affettivo, nelle amicizie ma anche semplicemente nello svago. Questa lotta non prevede regole, tutto è permesso, del resto “in guerra e in amore tutto è permesso”.
Capita anche di conquistare quel primo posto, ma a che prezzo? Spesso possiamo anche avere il primo posto, ma senza molta gioia. E anzi molte nostre energie sono impegnate nell’evitare la fatica, perché si vogliamo il primo posto ma senza dover faticare.
Gesù ci propone un altro modo, un’altra strada da percorrere, che mette al centro la libertà del nostro cuore. Ci dice che grande è colui che serve, cioè solo colui che è libero può decidere di mettersi a servire, puoi offrire agli altri qualcosa solo se sai di averla e ne sei padrone. Questo passa attraverso l’accoglienza, azione molto controversa oggi.
Chi accoglie dà ospitalità alla realtà del mondo, dei tanti crocefissi. Chi non accoglie costruisce ostacoli che si tramuteranno non solo in una lontananza o in un muro di rifiuto, ma diventeranno una sconfitta, un degrado della nostra vita sociale.
Accogliere richiede prima di tutto guardare, riconoscere la nostra piccolezza e fragilità e poi saperla vedere anche in chi ci sta accanto. Lasciarci penetrare dal bisogno che i loro volti trasmettono, allora avremo accolto il Cristo e nell’offerta di noi stessi la vita risorgerà.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ritrovi in te la logica del primo posto?
Sai accogliere e abbracciare la tua fragilità, il tuo bambino interiore?
Quando ti sei sentito pronto ad accogliere e donare con libertà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Settembre
2018
In guerra e in amore…
commento di Mc 9,30-37, a cura di Claudio Rajola SJ