Perfino le mie ansie hanno l'ansia.
Charlie Brown
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 24,42-51)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Mi lascio ispirare
Il non sapere né il giorno nell’ora di un appuntamento è spesso fonte di grande ansia! Lo è ancor di più quando questo sembra inevitabile e decisivo, come accade ogni qual volta che ci sono di mezzo dei “conti da regolare”… L’obiettivo del Signore è forse quello di aiutarci a demitizzare le nostre piccole o grandi ansie quotidiane, mettendocene di fronte una ben più grande? Quasi a volerci dire: “Guarda, tu ti preoccupi per tante cose… Ma ora ti dico io di che cosa devi preoccuparti ben più seriamente!”?
Se così fosse il “gioco delle ansie” della vita resterebbe intatto e Gesù sarebbe colui che “vince” per il semplice fatto che è in grado di mettere sul tavolo l’ansia più pesante di tutte… E il Signore si imporrebbe così come “signore delle ansie”! È possibile che il senso di questo Vangelo vada invece nella direzione esattamente opposta?
Proprio perché non vengono esplicitate né scadenze da decifrare né rompicapo da sciogliere, il fatto serio starebbe proprio nel fatto che non c’è alcun motivo per cui stare in ansia? E se il punto fosse quello di imparare a vivere come “beatitudine” quella assenza del padrone in cui ciò che conta e fa la differenza è il prendersi cura di qualcuno, imparando a dargli da mangiare anziché preoccuparsi di mangiare per primi?
Non sapendo né il giorno né l’ora, ogni giorno e ogni ora sono quelli in cui si apre la possibilità di entrare un po’ di più in questa “beatitudine” del prendersi cura… Ed è su questo che il Vangelo invita costantemente a vigilare: la qualità del nostro prenderci cura e saper dare da mangiare ad altri. Per questo tutti i giorni sono uguali e non vi sono troppi enigmi da risolvere!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi tiene più in ansia?
Su cosa, su chi mi sento chiamato a vigilare?
Quando mi sono riscoperto capace di dar da mangiare ad altri prima di esser sazio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Agosto
2018
La beatitudine del prendersi cura
commento di Mt 24,42-51, a cura di Iuri Sandrin SJ