Ma io non posso accontentarmi, se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica!
Carmen Consoli
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 23,13-22)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l’oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: Se si giura per l’altare non vale, ma se si giura per l’offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l’abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.”
Mi lascio ispirare
Proviamo a pensare ad una delle volte in cui abbiamo ricevuto un regalo. È sempre una grande emozione vedere il pacco infiocchettato, eppure quello che ci rende felici non è quello che vediamo, che in fondo non è altro che carta e plastica, quello che richiama la nostra attenzione è ciò che è dentro! Ecco, Gesù ci sta mettendo in guardia dal rischio di tenere il pacchetto e di buttare il regalo. Sembra un’assurdità, ma nella nostra vita succede più spesso di quello che crediamo.
La nostra preghiera, le nostre pratiche ascetiche, addirittura il nostro servizio al prossimo corrono sempre il rischio di essere la scatola vuota da cui abbiamo tolto il regalo, cioè la bellezza dell’incontro con Dio e con l’altro, per diventare pratiche un po’ noiose guidate dall’abitudine. E quando non le facciamo ci sentiamo anche un po’ in colpa per non averle fatte! Ma il Signore non parla mai attraverso i sensi di colpa.
Non siamo chiamati a una vita di carta e plastica, ma a ricevere un dono. Perciò leggiamo questo rimprovero che fa Gesù come un invito ad andare al cuore delle cose. La superficialità e la fede non funzionano insieme.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho avuto la sensazione di aver perso di vista il senso delle mie azioni?
In che luogo della mia vita desidererei che il Signore riempisse le mie scatole vuote?
Quale atto d’amore ha rischiato di diventare una banale abitudine?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Agosto
2018
Occhio al contenuto!
commento di Mt 23,13-22, a cura di Leonardo Vezzani SJ