Il perdono libera l'anima, rimuove la paura. È per questo che il perdono è un'arma potente.
Nelson Mandela
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 18,21-19,1)
Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Mi lascio ispirare
Le relazioni all’interno della comunità, le relazioni “fraterne” tra persone che riconoscono di avere un unico Padre… Le relazioni più profonde non crescono da sé, in maniera spontanea, richiedono cura, attenzione e coraggio: occorre giocarci (rischiarci!) qualcosa. Davanti al Vangelo di oggi, che conclude il discorso sulla comunità, ci giochiamo veramente tutto.
Il perdono, infatti, è la cura per eccellenza contro la malattia che distrugge le relazioni fraterne. Per questo il perdono va accordato 70 volte 7, cioè in maniera continua, non calcolabile o quantificabile: è un farmaco che va somministrato al bisogno, possiamo dire.
Gesù ci lascia anche una parabola che dà energia e motivazione alle nostre scelte di perdonare perché sa che non è facile per noi: quando riceviamo un torto, umanamente e naturalmente, ci focalizziamo sul dolore e la ferita che ne riceviamo, su quello che ci viene tolto, o non dato (e ne avevamo veramente diritto!).
La parabola di Gesù sposta la nostra attenzione non sul torto che riceviamo ma sul “favore”, sul bene, sulla comprensione abbondante che riceviamo continuamente e che sopravanza ciò che ci viene tolto. Gesù con questo racconto ci porta, come sempre, fino alla soglia di una nostra libera presa di posizione: cosa, per me è più importante? Fissarmi su di me o scommettere, con difficoltà e fatica, sul valore della relazione, sulla fraternità?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ha reso difficile il perdono, quando ho fatto fatica nel perdonare un fratello?
In che occasione ricordo di aver ricevuto il “perdono” di qualcuno, da qualcuno?
Quando sono stato capace di “decentrarmi” per proteggere le relazioni che mi rendono fratello/sorella?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Agosto
2018
Quante volte fratello
commento di Mt 18,21-19,1, a cura di Andrea Piccolo SJ