Lu Signore tae lu pane a cinca nu porta tienti!
Il Signore dà il pane a chi non ha i denti!
proverbio popolare salentino
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,54-58)
In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?». E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.
Mi lascio ispirare
Momento di cambiamento nello sguardo e nel cammino di Dio sulla terra: Gesù smette di meravigliarsi dell’incredulità per iniziare a sorprendersi della fede che incontra.
Il pregiudizio nei suoi confronti è il giudizio definitivo con cui spesso etichettiamo le varie situazioni della vita, il carattere nostro e degli altri, la storia personale, la relazione e la conoscenza di noi stessi e dell’altro.
Lo sguardo si opacizza, il focus si restringe e neanche i miracoli per assurdo hanno effetto.
La buona notizia non è una confezionata speranza, ma la veglia necessaria per accogliere la bellezza delle piccole cose, le più nascoste proprio perché evidenti. In questo modo la buona notizia diventa un preciso atteggiamento nei confronti della vita.
A volte conoscere e vedere tutto significa non aver compreso e guardato nulla, ecco che il cuore deve esser disposto ad accogliere la Sapienza, non mediante false speranze ma guardando alla coerenza della realtà, che nella sua rude complessità è grembo di semplicissimo splendore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando il pregiudizio ha rischiato di offuscare l'azione del Signore nella mia vita?
In che occasione aver ammesso di non conoscere mi ha aperto alla vera Sapienza?
In cosa spero, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Agosto
2018
Grembo di splendore
commento di Mt 13,54-58, a cura di Mounira Abdelhamid Serra