Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.
Khalil Gibran
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Mi lascio ispirare
La mia famiglia racconta chi sono e da dove vengo – ma non necessariamente dove vado. Scegliere di seguire Gesù è scegliere chi voglio essere ed è necessariamente un mutamento radicale. È dalle radici che parte ciò che, per il meglio, desidero coltivare nella mia vita. Sono l’amore da cui scelgo di farmi attraversare, ogni mia fibra porta l’impronta del Signore che mi ha desiderato e disegnato.
Sono pienamente fratello di Cristo e figlio di Dio quando scelgo di orientare i miei passi tenendo sempre fisso come meta quel regno dei Cieli che è patria di ogni più autentico desiderio del cuore, luogo di ogni vita. Camminare con Gesù mi rende suo fratello a pieno titolo, è questa scelta d’amore che mi rende uno di famiglia.
Tendendo la mano verso di me Gesù mi indica come sangue del suo sangue, carne della sua carne. Sono sua madre, suo fratello, sua sorella: attraverso di me, attraverso di lui, il Padre nostro che è nei cieli opera qui sulla terra, tra me e i miei, i nostri fratelli.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho usato la mia famiglia, il mio passato come scusante per giustificarmi?
Quando invece ho lasciato che l’amore di Dio mi attraversasse a pieno?
In che occasione mi sono sentito davvero figlio di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Luglio
2018
Uno di famiglia
commento di Mt 12,46-50, a cura di Verena M.