La figura del bambino si presenta possente e misteriosa, e noi dobbiamo meditare su di essa perché il bambino, che chiude in sé il segreto della nostra natura, divenga il nostro maestro.
Maria Montessori
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.»
Mi lascio ispirare
Disponiamo fondamentalmente di due modi per osservare la nostra stessa immagine: uno ci affaccia ad un oggetto, lo specchio, il quale ci rimanda l’esatta copia di noi stessi; l’altro ci volge ad un altro essere umano, permettendoci di riconoscere e comprendere finalmente ciò che noi stessi siamo: vólti anelanti alla vita e alla relazione. Il primo modo ci chiude su noi stessi, l’altro ci apre alla novità. Uno manifesta la scarsa stima che abbiamo di noi stessi, l’altro offre quella piena fiducia agli altri, che rende liberi.
Si specchia nel secondo modo il genitore nel figlio, nella misura in cui non vede nella nuova generazione chi viene a riscattare i propri insuccessi e frustrazioni, ma piuttosto un’altra libertà, desiderosa di bene e di bello, dotata della sua propria originalità. Ecco la più bella analogia del senso stesso della creazione e della relazione tra l’uomo e Dio, secondo la logica biblica. Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, per moltiplicare nel cosmo attraverso di noi il riflesso del suo volto.
In questo consiste la nostra vocazione ad essere santi come lui è santo, perfetti come lui perfetto. Perfezione dell’amore che tutto sopporta, perdona e dona, richiamando instancabilmente alla verità della vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando sono stato davvero capace di amare?
In che occasioni nelle mie relazioni, nel mio amare ho sentito la presenza di Dio?
Chi sono chiamato ad amare, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Giugno
2018
Rispecchiarsi
commento di Mt 5,43-48, a cura di Marco Colò SJ