Il buon gusto è meglio del cattivo gusto, ma il cattivo gusto è meglio di nessun gusto.
Arnold Bennett
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 9, 41-50)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Mi lascio ispirare
La radicalità dell’Amore di Dio ne costituisce l’essenza stessa e, se accolta, dà un taglio ben preciso alla vita intima di ognuno di noi, è l’acqua delle nostre arsure.
Chiamati a non essere acqua stagnante, ma come viva acqua marina piena di flutti e maree, oggi siamo invitati a rispettare la terra dissodata, l’altro, a vivere in pace tra le varie dimensioni e ad imparare a rinunciare a tutto ciò che ci allontana da questo taglio:
l’invidia, la gelosia, i cattivi pensieri, la paura, il rifiuto, la chiusura, la frammentazione ed ogni giudizio che ne discende; tutto ciò esiste dentro di noi e va riconosciuto, va chiamato per nome ed accettato come limite, potendolo affidare nelle mani vissute di chi continua a dare da bere, allo sguardo benedicente di chi ci insegna a guardare oltre, ad essere liberi, ad amare noi stessi e gli altri con l’autenticità e la radicalità che danno il sapore pieno alla vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come si chiama l'emozione che assaporo in questo momento?
Cosa, tra quello che provo, costituisce per me un giudizio definitivo, su di me o sugli altri, da affidare al Signore?
Chi o cosa chiede da bere oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Maggio
2018
Sapore di sale
commento di Mc 9, 41-50, a cura di Mounira Abdelhamid Serra