Si cerca per il mondo un uomo che capace di vivere insieme agli altri, di lavorare insieme, di piangere insieme, di ridere insieme, di sognare insieme.
Si cerca per il mondo un uomo capace di perdere senza sentirsi distrutto, di mettere in dubbio senza perdere la fede, di portare pace dove c'è l'inquietudine e inquietudine dove c'è pace.
Don Primo Mazzolari, presbitero e partigiano italiano
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,26-27.16,12-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà».
Mi lascio ispirare
Il Consolatore è quello che accompagna ogni solitudine.
Ogni solitudine che proviamo è quello che siamo, quello che abbiamo ricevuto, quello che abbiamo da dare.
Davanti alla solitudine solo il Consolatore può riunire, renderci autentici nel comunicarci, permetterci di vivere con pienezza i nostri limiti.
Questo è il dono più grande di Gesù: essere con noi sino al(la) fine, la pienezza della vita.
È con noi con il suo esempio, è con noi con l’amore, con la sapienza, con l’intelletto, con il consiglio, con la fortezza, con la scienza, con il rispetto che solo egli ha incarnato e sa insegnare.
Da qualsiasi parte arrivino questi doni, sono doni suoi, che siamo invitati a scoprire ed accogliere, sono doni che vengono elargiti a ciascuno al tempo opportuno secondo la capacità che abbiamo di poterli utilizzare e di poterne aver cura nel trasmetterli.
Siamo carne dello Spirito e a questo ritorniamo per le vie del mondo e della storia.
Ancora invitati a non avere paura, alziamo gli occhi al cielo e dall’alto, torniamo a posare – sapendo della nostra piccolezza – gli occhi sull’altro e sul mondo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale solitudine provo, oggi?
Per quale situazione posso domandare uno dei sette doni dello Spirito Santo?
Quale limite oggi scelgo di vivere e affidare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Maggio
2018
Spirito di verità
commento di Gv 15,26-27.16,12-15, a cura di Mounira Abdelhamid Serra