l’amore è quando vivo
e vivo adesso, mentre penso a te
ancora io non so perché
ma so che ti vedrò
in tutto quello che non ho
vicino a me
L'amore è dove vivo, Bungaro/Pacifico
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,20-25)
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Mi lascio ispirare
Incorreggibile Pietro! Fino alla fine, l’impulsivo Pietro si lascia confondere, si volta indietro, vacilla. Ma anche, e ormai docilmente, si lascia riprendere dalle amorevoli parole del Maestro: “Che importa a te?”. E Pietro, fiducioso, riprende il cammino dietro ai passi non sempre facili del Signore.
Rimane con noi, il discepolo amato, colui che ha appoggiato l’orecchio sul cuore del Maestro. Egli è colui che rimane nel mondo, lungo la storia. E vi rimane, perché ha preso casa in quel cuore su cui si è appoggiato. Egli custodisce la memoria dell’Amore e ne diventa testimone. Ormai non scrive più con inchiostro in un libro, ma con la vita nella storia. Scrive ciò che carta non può più contenere.
Così l’evangelista Giovanni consegna la penna alle nostre mani, perché scriviamo sul foglio della nostra vita, con l’inchiostro dello Spirito, l’eterna novità dell’amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa recentemente mi ha distratto e fatto vacillare?
In quale impegno o incontro di oggi il Signore mi chiama particolarmente a scrivere la novità dell'amore?
Che gesti di testimonianza d’amore mi vengono chiesti?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Maggio
2018
L’eterna novità dell’amore
commento di Gv 21,20-25, a cura di Marco Colò SJ