Che gran paternità quella degli alberi, che sanno dare a ciascuno dei loro rami un cammino verso la luce.
Lorenzo Oliván
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Mi lascio ispirare
Profumo di fine estate su campi dorati dalla luce del sole caldo. Una mano tanto dolce e sicura sfiora i rami della vite che si snoda lungo l’orizzonte. Vite dalle foglie verdi, rigogliose, appena nate. Sceglie i rami, uno ad uno, e, con uno sguardo di infinito amore, li osserva nei dettagli e se trova vita ringrazia per essa. Se non ne trova, ringrazia per l’esistenza del ramo morto, poi lo taglia, con dolcezza. Dal ramo, una goccia di linfa, chiara, colma della luce di un raggio che l’attraversa, cade a terra. Lì, nel punto esatto in cui terra e acqua si toccano, nuova vita nasce, un nuovo ramo verde, carico di vita e speranza. La mano continua a prendersi cura della vite, ramo dopo ramo, con disarmante delicatezza: guarda ai suoi frutti, acini rossi, carichi di gusto e dal profumo dolce e guarda anche i germogli, vita in potenza. Dalle foglie, profumo di linfa. Acqua chiara che scorre viva e porta vita, che porta frutto, ad ogni ramo di questa vite immensa. Rami tagliati, rami potati: tutto è linfa che scorre dal cuore della vite e porta vita. Signore, rendimi tuo tralcio di vite che lascia che tu te ne prenda cura. Taglia ciò che vita vera non è, coltiva ciò che in me è tondo e pieno come il gusto dell’uva matura, appena colta. La tua parola sia linfa per la mia vita, acqua fresca che dà vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale ramo della mia vita ho sentito forte scorrere la linfa?
Di quale tralcio vorrei che il Signore si prendesse cura oggi?
Dove vorrei portare il profumo dell'uva matura?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Aprile
2018
Come il profumo dell’uva
commento di Gv 15,1-8, a cura di Martina Pampagnin