L'altro guarirà non perché gli hai detto il suo errore, ma perché mentre parlavi ha sentito il tuo amore e gli è venuta nostalgia anche a lui di amare.
Don Oreste Benzi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 13,16-20)
In quel tempo, dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Mi lascio ispirare
A volte la vita ci spoglia delle nostre certezze e ci conduce inesorabilmente verso mete inattese. In questi casi la paura e lo smarrimento possono prendere il sopravvento e la tristezza rischia di prevalere. Eppure proprio questi momenti nascondono una grande fecondità! Tutto dipende dal nostro sguardo, dal nostro cuore.
Il Signore si inginocchia sui nostri piedi segnati dal cammino e trasforma un gesto di sottomissione in una beatitudine. È la buona notizia! Ogni parte di noi, anche quella più nascosta e meno piacevole, è amata. C’è un Padre che ci ha desiderati nella nostra unicità e ci chiede solo di accogliere questo dono.
Un amore così non può essere taciuto e, chiunque lo abbia vissuto nella propria carne, non può che restituirlo. Tuttavia, il Signore è più grande dei nostri schemi e ci sorprende sempre. Questo amore può anche essere rifiutato e tradito. La misericordia non è mossa da ingenua pietà ma da gratuito e profondo rispetto della libertà dell’altro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali circostanze, nonostante le apparenze, non ho ceduto alla tristezza?
Quale parte di me non accetto e desidero affidare al Signore?
Quando mi sono sentito creatura amata?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Aprile
2018
Questione di cuore
commento di Gv 13,16-20, a cura di Maria Pia S.