Nella gratitudine, la paura scompare e appare l’abbondanza.
Anthony Robbins
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,1-5)
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Mi lascio ispirare
Filippo è messo alla prova: la sua logica è inevitabilmente una logica economica. Ma il denaro non basta a comprare l’amore, l’unica cosa che davvero possa sfamare le folle. Nessuna somma di denaro estingue il debito, solo Gesù può pagare per noi, per offrirci la vita. La sua vita per il nostro pane quotidiano.
E l’offerta di vita di Gesù parte sempre e soltanto dai nostri limiti, dal poco che noi abbiamo da offrire: cinque pani d’orzo e due pesci, le nostre piccole risorse di uomini davanti al bisogno sterminato, alla fame infinita di una grande folla. Bastano? Bastano se i pani vengono spezzati nel suo nome, nella gratuità del suo amore; bastano e avanzano: la grazia è sempre sovrabbondante oltre che assolutamente gratuita. Ciò che avanza, avanza per sempre, avanza per tutti: dodici ceste di avanzi sono il tutto, che attende soltanto di essere distribuito ancora una volta, senza fine.
Basta avere il coraggio di offrire i nostri cinque pani, i nostri due pesci: l’amore farà il resto e sotto gli occhi del Signore saremo sazi e sapremo saziare.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi impedisce di offrire i miei cinque pani oggi?
Quando ho visto il Signore operare attraverso la mia piccolezza?
Dove vorrei che il Signore passasse, moltiplicando ciò che ho?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Aprile
2018
Senza fine
commento di Gv 6,1-5, a cura di Verena M.