però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo, sii
luce, non disabitata trasparenza...
Mario Luzi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 12, 1-11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Mi lascio ispirare
Il racconto che apre la Settimana Santa è uno dei più sorprendenti e delicati del Vangelo di Giovanni. Uno dei protagonisti, anche se apparentemente in secondo piano, è Lazzaro – citato ben quattro volte.
Gesù sceglie di passare il primo giorno della sua ultima settimana su questa terra con lui, mostrandosi così in tutta la sua umanità: Gesù, che è la vita stessa, ha bisogno di tornare alla certezza che la vita è più forte! Lazzaro è il segno vivente che la morte e la desolazione non hanno l’ultima parola.
Iniziamo allora anche noi questa Settimana Santa ritornando a quella casa dove l’Amore di Dio per noi si è fatto manifesto, solo così potremmo ripartire per metterci veramente alla sequela di Cristo verso Gerusalemme.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando nella mia vita ho sentito la presenza viva di Dio?
In che occasione ho sentito l’umanità di Dio?
Qual è il desiderio che oggi dà autenticità alla mia vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Marzo
2018
Chi ci separerà?
commento di Gv 12, 1-11, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani