Percorri l’uomo e troverai Dio.
Agostino d’Ippona
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 10,31-42)
In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Mi lascio ispirare
Spesso corriamo il rischio di strumentalizzare Dio cercando di piegarlo alla nostra volontà o di fargli benedire le nostre scelte. In questi ultimi giorni di Quaresima possiamo chiederci: qual è l’immagine di Dio che abita dentro di me? I giudei, ad esempio, vogliono uccidere Gesù perché bestemmia, perché Gesù non corrisponde all’immagine che loro hanno di Dio.
Gesù cerca di risvegliare in noi la nostalgia di ciò che abbiamo smarrito: la divinità. Ebbene sì, siamo divini, portiamo in noi il germe della divinità e le nostre opere diranno quanto abbiamo contattato questo potenziale dentro di noi e quanto, invece, lo abbiamo tenuto sopito e nascosto. La strada maestra che ci permette di far emergere il nostro essere divini è realizzare sempre di più la nostra umanità.
Compiere dei gesti semplici di umanità, gesti dell’uomo che trascende se stesso verso l’altro e verso l’Altro: un sorriso, un abbraccio, una stretta di mano. Per andare verso l’altro bisogna uscire da sé, così come per andare verso Gesù bisogna uscire dal Tempio, bisogna uscire dalla città e recarsi in quel luogo dove possiamo sentire il profumo umano di quanti accorrono da Gesù. Proprio questa è la strada che ci permette di giungere alla nostra destinazione: la divinità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale immagine di Dio mi abita?
Quali gesti di umanità posso compiere oggi?
Quando ho riconosciuto in me il germe della divinità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Marzo
2018
Sii uomo di Dio!
commento di Gv 10,31-42, a cura di Claudio Rajola SJ