Non c’è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione.
Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito
e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Madre Teresa di Calcutta
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 8, 21-30)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Mi lascio ispirare
Da un lato quelli che «non capirono», ben identificati e fermi nelle loro convinzioni e nelle loro logiche del buon senso; dall’altro «molti» senza volto che al contrario si fidano di Gesù.
Non bastano prove, segni, neanche è bastato parlare direttamente con Lui per riconoscere la sua identità, riconoscersi nelle sue parole. Non basta toccare con le proprie mani e vedere coi propri occhi Dio in persona per riconoscerlo come Dio davanti a me.
Non c’è altra prova che quella dell’abbandono fiducioso: rischiare!
L’unico segno, a cui poi qualcuno è disposto a credere, è il Figlio dell’uomo innalzato sulla croce. La croce ancora pietra d’inciampo, criterio di discernimento. Dalla sua accettazione passa l’accoglienza di Cristo, dal riconoscere che Dio è un Dio fuori logica…la sua è quella di un amore senza misura.
La croce e il Crocifisso segnano il limite tra la fede e la non credenza: il Dio di Gesù è il Dio che si lascia morire per amore, che mostra la sua onnipotenza nella sua vulnerabilità. È un Dio che non si tiene e non si trattiene. Si da. Un Dio così sfida il buon senso e la ragione, ma è l’unico Dio che può parlare al cuore, aprire alla speranza, e che merita fiducia. La resurrezione passa da qua.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali prove e segni cerco per vedere e riconoscere Dio?
Quando la morte in croce di Gesù ha rappresentato una pietra d'inciampo per la mia fede?
Come parla al mio cuore oggi Colui che ha dato tutto per me?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Marzo
2018
Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno!
commento di Gv 8, 21-30, a cura di Michele Papaluca SJ