Il più grande nemico della conoscenza non è l'ignoranza, è l'illusione della conoscenza
Stephen Hawking
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 7,1-2.10.25-30)
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Mi lascio ispirare
Quando Gesù ci incontra ci parla attraverso la Parola, le persone, le situazioni (soprattutto quelle impreviste) – e ci parla con libertà. Spesso, però, da parte nostra non c’è la stessa libertà interiore nell’accogliere quello che ci viene suggerito o ispirato: dovrò fidarmi oppure no? Quello che sento è riconosciuto “dai capi” oppure no?
E chi sono i “capi”? Sono tutte le persone a cui permettiamo di avere l’ultima parola, una parola importante, determinante, su noi stessi e le nostre scelte. Abbiamo dei capi di cui siamo consapevoli; abbiamo dei capi di cui non ci rendiamo conto, che sono nascosti dentro di noi e vogliono uccidere Gesù, vogliono screditare la sua voce. Eppure Gesù continua ad esporsi a incontrarci, non smette di parlare liberamente.
Da dove viene Gesù? Come è difficile vivere la fede in Gesù, il Messia! Qualcosa dentro di noi si ribella, è come se avessimo degli anticorpi “anti-Gesù” che lo neutralizzano, lo normalizzano. “Costui sappiamo di dove è”: ecco normalizzato il problema. Se so di dove è Gesù so anche già in anticipo cosa vuole dirmi quando mi parla, so in precedenza, so già tutto, non ascolto più, e soprattutto non sentirò più una Parola che mi sorprende, che mi sollecita, che mi entusiasma e mi riempie di vita. La sempre viva novità che Gesù pensa proprio per me diventa un sogno da vivere “noi”, con lui e in lui.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chi sono i miei capi?
In che circostanze ho ridotto Gesù ad un’immagine a mia somiglianza?
Quando è stata l’ultima volta che le parole di Gesù mi hanno spiazzato, riattivando desideri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Marzo
2018
Da dove vieni? Dimmelo tu!
commento di Gv 7,1-2.10.25-30, a cura di Andrea Piccolo SJ