Se non conoscete nel profondo del cuore che Gesù ha sete di voi, non potete cominciare a conoscere ciò che egli vuole essere per voi, e ciò che egli vuole voi siate per lui.
(Madre Teresa di Calcutta)
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 5,27-32)
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».
Mi lascio ispirare
Il Signore Gesù ha chiamato altri, oggi chiama te. Entra all’improvviso, mentre sei lì sulla scrivania, tra le tue cose, indaffarato a scrivere e a cercare. Il suo sguardo, il gesto della mano, la parola, tendono tutti ad una direzione sola: te. Tu che non hai ancora chiaro che cosa farai da grande. Tu che avresti tanti conti da far quadrare. Tu che non sei pronto. Eppure Gesù non è entrato in casa della tua amica devota e raccolta che, secondo te, ha la vocazione. Neppure ha aspettato che tu concludessi diversi lavori per poter essere più libero e, insieme, preparato. È arrivato oggi. Vuoi lasciarlo ad aspettare? Allora, alzati e cammina. Sarai così felice da voler invitare tutti i tuoi amici.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che cosa significa per me essere peccatore?
Quando mi riconosco perdonato?
Perché il Signore dovrebbe chiamare proprio me?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Febbraio
2018
Con le monete sul tavolo
commento di Lc 5,27-32, a cura di Stefano Corticelli SJ